E’ il 21 Febbraio, la sera del sabato grasso, ed io ho un appuntamento ad un gran ballo. Il salone è principale è ricco di marmi, sontuosamente decorato con finti stucchi, adornato di decorazioni ottocentesche, di affreschi, stucchi e arredi barocchi.
Intorno a me danzano e si muovono nobil’uomini e gran dame, nei loro ricchi abiti, livree, stoffe ed accessori pregiati. Tutto curato nel più piccolo particolare.
No è un sogno (anche se lo potrebbe sembrare) e neppure il set cinematografico di un film storico, bensì il Gran Ballo della Cavalchina, l’ormai consueto appuntamento Veneziano, la storica festa in maschera con spettacoli à l’ancienne che, celebre nell’Ottocento, ha costituito uno dei momenti clou dei Carnevali del 2007 e 2008. A fare da cornice a questo esclusivo evento è lo splendido Teatro della Fenice: varcarne la soglia è come entrare in immenso tesoro! La prima impressione è di luogo sontuoso e maestoso, unico e inimitabile, con un fascino tutto particolare, capace di catapultarmi nel passato, immaginarmi in sontuosi abiti con a disposizione carrozze impreziosite da decorazioni in oro, tra dame e cardinali, principi e Ussari in uniforme.
Ma ad un tratto si interrompono le danze e il grande sipario si apre sul lo storico palcoscenico, che vide in scena le più importanti opere liriche, calcato dai più grandi tenori e dalle divine soprano. E in questa atmosfera surreale, accompagnato dal ridondare sordo dei grandi zoccoli sul rosso tappeto, entra un maestoso Frisone. E’ lui, insieme ad un grazioso arabo bianco e a dei nobili falchi, il vero protagonista della serata. Cavalli e falchi ospiti d’eccezione, voluti dai direttori artistici della serata Antonio Giarola e Roberto Bianchin, nonché dal regista Matteo Corvino che, dopo il successo ottenuto con la presenza del grande cavaliere francese Mario Luraschi nell’edizione del 2008, hanno fortemente voluto che questo anno fossero degli italiani a esibirsi nello storico teatro. Ed io ho avuto l’onore di potervi partecipare, insieme al mio collaboratore Freddy Bazzocchi e ad i nostri falchi e a Bruno Baudino e hai suoi cavalli. Pochi istanti di magia racchiusi nel leggero volo di un falco tra le balconate del teatro, nel passaggio dei cavalli in mezzo agli ospiti dai volti attoniti: uno spettacolo che si consuma in pochi minuti ma che rimarrà nella mente e nei ricordi dei presenti per lungo tempo, come anche in noi che ne siamo stati protagonisti.
Pochi istanti costati però svariati mesi di preparazione, diversi sopraluoghi, valutazioni tecniche. La difficoltà principale dell’organizzazione è dovuta alla particolare struttura urbanistica della città lagunare: non è possibile, infatti, raggiungere il teatro, ubicato al centro della città, con auto e van. Impossibile per altro anche caricare i cavalli sopra le imbarcazioni deputate al trasporto merci, perché queste, dovendo passare sotto i bassi ponti delle calle, sono troppo piccoli per ospitarli. I cavalli hanno dovuto quindi, per raggiungere il teatro, percorrere un tragitto di più di un’ora attraverso calle e ponti accompagnati a mano dai loro cavalieri. Questa è Venezia! La scelta dei cavalli è quindi naturalmente caduta su soggetti tranquilli, che potessero affrontare un gran numero di ponti e scalini senza rischiare in alcun modo la loro incolumità. Ferrati in gomma per l’occasione hanno raggiunto all’alba del sabato il teatro e sono stati alloggiati in una zona a loro adibita.
Non meno problematico è programmare il volo dei falchi all’interno di un teatro. Questi animali infatti sono particolarmente sensibili e mal si adattano a volare negli spazi chiusi, in particolare se bui, rumorosi e pieni di gente. Oltre che diverse prove fatte a casa abbiamo quindi portato più di un falco, in modo da poter scegliere quello che nelle prove generali andasse meglio. Prove su prove quindi e fino all’ultimo la tensione che caratterizza il preludio di ogni grande evento.
E' stato bello per qualche ora sognare, calcare questo prestigioso palcoscenico, nello scorcio dei fasti della Venezia ottocentesca, immaginare una vita diversa e immedesimarmi in qualcosa che non c'è più. Uno spettacolo da sogno!
I FALCHI
Per quel che mi riguarda iniziai ad avvicinarmi al mondo della falconeria diversi anni fa, dopo aver letto un articolo apparso su questa rivista (Cavallo Magazine) che parlava di un maestro falconiere e delle sue esibizioni durante le rievocazioni storiche. La mia curiosità mi spinse quindi a conoscere Roberto Mazzetti che, dopo aver valutato la mia persona, mi invitò a seguirlo nei suoi spettacoli. Solo dopo diverso tempo mi decisi ad avere degli animali miei e a proporre la falconeria nei miei spettacoli. Fu durante uno di questi eventi che conobbi Freddy Bazzocchi: malgrado la sua giovane età questo ragazzo è già un esperto falconiere. La sua passione per questi nobili animali gli viene tramandata dal padre, con cui alleva e addestra diversi soggetti, spaziando dalle specie di alto volo ai rapaci notturni fino al basso volo, esibendosi in diversi eventi e occupandosi anche del cosiddetto “bird control”, ovvero l’allontanamento di volatili infestanti da determinate zone. Freddy oltre ad essere un abile falconiere è un cavaliere. In fondo tra chi monta a cavallo e chi si occupa di falconeria non vi è una grande differenza, in quato il falconiere è una persona che deve avere una sensibilità spiccata e riuscire ad interpretare i più piccoli comportamenti dei suoi animali acquistando la loro fiducia con tempo e dedizione, fare molte rinunce e sacrifici perché i risultati si ottengono solo con metodica costanza e continuità.